ISLAM, PREGHIERA E PACE

PAROLE DI PRESENTAZIONE DI MOHAMMED NESAR UDDIN, IMAM DELLA MOSCHEA DI Via XX SETTEMBRE – CAGLIARI

Mi chiamo MOHAMMED NESAR UDDIN e sono l’Imam della Moschea di via XX Settembre a Cagliari. L’Imam è un prescelto da Dio a guidare la moschea. Sono stato eletto dall’Assemblea dei musulmani che frequentano la moschea, provenienti da tutto il mondo. Infatti, in questa moschea possono venire a pregare musulmani di tutte le nazioni. Come Imam ho la responsabilità spirituale dei fratelli che frequentano la moschea. In particolare,curo la preghiera dei fratelli che si svolge tutti i giorni per 5 volte in diversi orari della giornata. Il venerdì, giorno di festa per noi, l’Imam legge ai fedelile buone notizie contenute nel Corano e descrive gli HADITH. Il mio ruolo come Imam è trovare le giuste soluzioni quando ci sono problemi tra fratelli, in modo che ci sia sempre la pace siatra di noi che con tutti gli esseri umani, a qualsiasi religione appartengano, sia dentro che fuori dalla moschea.

Gli Hadith sono le parole di Mohammed, il profeta e messaggero di Allah. È un messaggio di pace tra gli uomini che Dio ha trasmesso a Mohammed. Alla base degli Hadith c’è scritto il comportamento che Dio vuole che ogni uomo deve avere con gli altri uomini. Negli Hadith sono descritte le azioni giuste da fare e quelle ingiuste da non fare. Per noi musulmani è importante che si faccia la preghiera 5 volte al giorno; la possiamo fare sia nella moschea che a casa. La nostra salvezza spirituale dipende dalla preghiera che ognuno di noi fa ad Allah e tutti i giorni ci avvicina a Lui. È importante anche il lavoro onesto dell’uomo per procurare il cibo e le cose materiali necessarie alla famiglia e la dedizione della donna per la famiglia e l’educazione dei figli.importante per la nostra salvezza spirituale è anche l’impegno e l’aiuto nei confronti della comunità e delle persone che hanno bisogno a qualsiasi religione appartengano. Un Musulmano non deve mai criticare nessuno, né parlare male delle altre religioni. È fondamentale per noi avere una sana nutrizione perché, quando una persona mangia male, beve alcol o mangia cose non buone, anche il fisico sta male e il cuore non è buono. Dio Allah non accetta le sue preghiere perché non ha un cuore buono. Un Musulmano può avere più mogli ma non può andare con una donna se non è sposato. Se fa questo commette un peccato grave.

L’uomo è il capo della famiglia, il suo compito è di procurare ciò che serve dal punto di vista economico, perché viva bene tutta la famiglia; la donna è quella che si occupa della famiglia e dell’educazione dei figli.

Le preghiere del venerdì dove annunciamo gli Hadith del profeta, il battesimo dopo 7 giorni dalla nascita del bambino, i matrimoni e i funerali sono le cerimonie più importanti che ci avvicinano ad Allah. Il Ramadan è un periodo di riflessione e di purificazione. Per noi è un mese di “allenamento” che ci consente di seguire l’insegnamento del Corano e degli Hadith per l’anno che seguirà fino al prossimo Ramadan.Inoltre, studiamo il Corano.

Noi invitiamo tutti i Musulmani ad aiutare le persone in difficoltà senza distinzione di religione. C’è tanta solidarietà tra le famiglie musulmane quando ci sono persone che hanno problemi di qualsiasi tipo.

Genet Woldu Kefly, la presenza della Chiesa Cristiana Ortodossa Copta (Täwahedo) Etiope/Eritrea a Cagliari

Mi presento, sono Genet Woldu Keflay, di origine Eritrea ma nata in Etiopia; sono arrivata in Sardegna nel 1994 e dal mio arrivo opero come Mediatrice Interculturale. Sono anche Presidente dell’Associazione “Migrati del Corno d’Africa in Sardegna”.  Lo scopo del mio lavoro in qualità di Mediatrice Interculturale è di facilitare l’incontro tra gli ospiti e gli ospitanti, nello spirito di fratellanza, basato sul rispetto reciproco per creare un mondo più umano e civile, dove i diritti siano condivisi e riconosciuti a tutti.

Come rappresentante e coordinatrice della Comunità dei paesi del Corno d’Africa e immigrati provenienti da paesi terzi, mi impegno attivamente per il loro inserimento nella società locale. Poiché quando arrivano in Sardegna la maggior parte di loro non conosce la lingua e la cultura locale, il mio ruolo è quello di assisterli dal momento dell’arrivo, facilitando il superamento delle barriere linguistico – culturale, nel campo lavorativo, burocratico e sanitario, accompagnandoli fino alla loro piena integrazione ed inserimento sociale. Ho l’onore di essere stata eletta coordinatrice delle attività religiose e spirituali all’interno della nostra comunità Cristiano Ortodossa Copta presente in Sardegna. Questo mi rende orgogliosa e investita di grande responsabilità nei confronti delle mie sorelle e fratelli in Fede.

La Chiesa ortodossa Etiope ed Eritrea, chiamata dai fedeli “Tewahedo” (unitaria, dell’unità), è stata per molti secoli unita alla Chiesa Copta Ortodossa e, quindi, soggetta al Patriarcato di Alessandria.

Gli Etiopi ed Eritrei sono la più grande comunità Cristiana non calcedonese.

Questo breve riassunto vuole essere un contributo per far conoscere ad un pubblico più vasto la ricchezza della storia e della spiritualità della Chiesa etiope ed Eritrea. L’Etiopia, uno degli Stati più antichi al mondo, è l’unico dell’Africa sub sahariana senza una significativa storia coloniale e nel quale la religione Cristiana sia riuscita a conservarsi indipendente dal dominio musulmano. La sua Chiesa è la prima dove si instaura e diffonde il messaggio di Cristo in una terra dell’Africa nera. Non solo, essa non è il risultato dell’opera missionaria europea, ma nasce e fiorisce ben prima di tante “cristianità occidentali”.
Pur essendo una delle maggiori tra le Chiese ortodosse orientali, quelle Etiope/Eritrea sono ben poco conosciute in Italia.
Inoltre, nel 1993 in seguito all’indipendenza dell’Eritrea come nazione, la Chiesa Ortodossa Copta nel 1994 ha nominato l’Arcivescovo per la Chiesa Ortodossa Eritrea Tewahedo, che a sua volta ha ottenuto autocefali nel 1998 con l’approvazione riluttante del suo sinodo madre. Nello stesso anno fu consacrato il primo patriarca eritreo.

Tra i segni che distinguono il culto ortodosso etiope/eritreo, vi è la particolare venerazione dell’Arca dell’Alleanza (Tabot), di cui si utilizza, durante le funzioni, una copia appositamente consacrata; la Chiesa ortodossa “Tewahedo” etiope sostiene infatti che l’Arca dell’Alleanza che Mosè aveva costruito durante il viaggio nel deserto verso la Terra Promessa sia conservata nella chiesa di Nostra Signora di Sion, ad Axum. Un altro tratto distintivo è la musica strumentale, di chiara origine veterotestamentaria (relativa al Vecchio Testamento); d’altro canto, come già accennato a proposito della Chiesa ortodossa eritrea, anche in quella etiope molte pratiche religiose riflettono forti influenze ebraiche e veterotestamentarie.

La presenza dei luoghi di culto nel territorio Italiano: Milano, Parma, Torino, Modena, Genova, Bologna, Bari, Firenze, Perugia, Bologna, Reggio Emilia, Udine. Di questi, in otto esiste la Chiesa con il Tabot.

Diffusione in Sardegna: Cagliari

Fedeli: circa Quaranta

Etnie: Etiopi ed Eritrei

Lingue: Amarico, Geez e Tigrino

Luogo di preghiera: in Sardegna non abbiamo una Chiesa o un logo di culto dove poterci incontrare; per questo motivo ci riuniamo in casa dei fedeli o in area aperta.

Prescrizioni alimentari: Tutti i credenti devoti devono mantenere il programma completo di digiuni, comprendente almeno 250 giorni l’anno più altre forme di digiuno puramente scelte individualmente dai fedeli:

-Digiuno di Hudadi o Abiye Tsome (Quaresima), 56 giorni.

-Digiuno degli Apostoli, 10-40 giorni, che gli Apostoli mantennero dopo aver ricevuto lo Spirito Santo. Inizia dopo la Pentecoste.

-Il digiuno Tsome Dihnet, che è il mercoledì in commemorazione del complotto organizzato per uccidere Gesù Cristo da Caifa e dei membri della casa del sommo sacerdote e il venerdì in commemorazione della crocifissione di Gesù Cristo (inizia il mercoledì, dopo la Pentecoste e si estende fino a Pasqua, in altre parole, tutti i mercoledì e venerdì, ad eccezione dei 50 giorni dopo la Pasqua). Il digiuno di Maria Assunta, 16 giorni.

-Digiuno precedente al Natale, 40 giorni (prima dell’Avvento). Comincia con Sibket il 15 Hedar e termina alla Vigilia di Natale con la festa di Genna e il 29 Tahsas e 28 se l’anno è bisestile.

-Il digiuno di Ninive, che commemora la predicazione di Giona. Viene il lunedì, martedì e mercoledì della terza settimana prima della Quaresima.

-Il gahad di Timkat (Epifania), digiuno alla vigilia dell’Epifania. Oltre al santo del giorno, la maggior parte dei cristiani osservano molti santi del giorno stesso. Un uomo può fare una piccola festa il giorno del suo santo personale. L’associazione di volontariato locale (chiamato maheber), collegato con ogni chiesa onora il suo patrono con un servizio speciale e una festa due o tre volte l’anno.

Feste: Feste significative sono La Pasqua, il Timkat (la Festa dell’Epifania, celebrata in Etiopia il 16 gennaio, non il 6), il Natale (Leddet), il Meskel (festa autoctona della chiesa etiope che cade a fine settembre) e la Festa di Maryam Sion, che cade a fine novembre e diversi altri santi.

Vita liturgica – pastorale: sabato catechismo e domenica celebrazione eucaristica.

Genet Woldu Keflay

Coordinatrice per la Sardegna

Gian Paolo Soddu – Cosa credono i Baha’i

La Fede Bahá’í è la più giovane fra le religioni indipendenti del mondo; il suo fondatore, Bahá’u’lláh, è considerato dai bahá’í il più recente nella successione di Maestri spirituali o Messaggeri di Dio, quali Abramo, Mosè, Budda, Krishna, Zoroastro, Cristo e Muhammad, che dall’inizio della storia umana, hanno ispirato lo sviluppo delle civiltà.

L’essenza del messaggio di Bahá’u’lláh

Il tema centrale del messaggio di Bahá’u’lláh è che esiste un solo Dio, che l’umanità è una sola realtà e che i testi sacri delle varie religioni sono espressione di un’unica volontà. È giunto il tempo per l’applicazione di questi principi e per l’edificazione di una società mondiale.

La comunità mondiale baha’ì, costituita da più di sette milioni di credenti, diffusi in tutto il pianeta e rappresentativi della maggior parte delle nazioni, razze e culture della terra, sta lavorando per dare agli insegnamenti di Bahá’u’lláh effetti pratici. Bahá’u’lláh annuncia che gli insegnamenti portati all’umanità dai Messaggeri di Dio sono stati le principali forze civilizzatrici della storia. Queste figure hanno avuto lo scopo comune di condurre la razza umana a livelli sempre più progrediti di civiltà.

L’universalità dei principi religiosi

Bahá’u’lláh afferma senza equivoci il principio fondamentale che la verità religiosa non è assoluta, ma relativa, che tutte le grandi religioni del mondo traggono ispirazione dalla stessa fonte. Spiegò che i loro principi di base sono in armonia, sfaccettature di un’unica verità e che i loro scopi sono identici nel promuovere il benessere ed il progresso della civiltà, che le loro missioni testimoniano gli stadi successivi dell’evoluzione dell’umanità.

L’obiettivo principale della Fede baha’ì

L’obiettivo fondamentale della Fede baha’ì, insieme con l’unità del genere umano, è la creazione di una civiltà mondiale caratterizzata da pace e giustizia fra i popoli, armonia fra religione e scienza, scomparsa di pregiudizi e superstizioni, giustizia sociale ed economica. L’umanità, nel suo processo di evoluzione sociale e politica, dopo aver attraversato ogni possibile sperimentazione dei sistemi organizzativi e di convivenza, si può dire giunta alle soglie della maturità.

La visione di una nuova civiltà

Nel XX secolo l’umanità ha raggiunto un grado di sviluppo scientifico e tecnologico senza precedenti, tale da superare il progresso conquistato in oltre seimila anni di storia; questo rende fattibile il compimento del processo di unificazione del consorzio umano e la costruzione di una società governata da nuove ed originali strutture organizzative. La Sua visione dell’unicità del genere umano non implica solo la salvaguardia dei diritti umani o la realizzazione di una pace durevole, ma piuttosto “un cambiamento organico nella struttura della società odierna”, un cambiamento tale che il mondo non ha mai sperimentato.

La trasformazione della società

Baha’u’llah enuncia nuovi principi e ordinamenti, grazie ai quali la società possa liberarsi di vecchi modelli di comportamento ereditati dalla tradizione. Le Sue prescrizioni per la riforma morale della società, consentono all’”Innata eccellenza” dell’uomo ed alle sue potenziali capacità creative di trovare infine completa espressione.

Il ritorno all’etica e alla spiritualità

In un momento in cui la civiltà ha perso contatto con gli irrinunciabili riferimenti etici e spirituali che regolano le relazioni umane, gli insegnamenti di Bahá’u’lláh ricollegano l’anima individuale al mondo del sacro e diffondono nuova luce sul destino collettivo dell’umanità. Egli afferma inoltre che il Suo scopo è quello di compiere una trasformazione radicale nell’intero carattere dell’umanità, capace di valorizzare le qualità spirituali dell’uomo, come l’onestà il rispetto, la sincerità.

Conclusione

In un mondo in cui le divisioni religiose e culturali spesso generano conflitti e divisioni, i baha’ì promuovono una visione di unità e armonia tra tutte le religioni e tra tutte le persone. Credono che l’umanità sia destinata a raggiungere una nuova fase di maturità spirituale e sociale, in cui la pace, la giustizia e la cooperazione saranno i pilastri di una civiltà mondiale. Con oltre sette milioni di credenti in tutto il mondo, la comunità baha’ì lavora instancabilmente per tradurre in realtà questa visione, contribuendo al miglioramento della società e all’avvento di un futuro più luminoso per tutti.

Ulteriori informazioni possono essere ritrovate al sito https://ibahai.it/